Ciao a tutti,
dopo aver introdotto il contesto nel quale Officine Panerai si è affermata nel mondo militare (se vi siete persi la prima parte cliccate QUI), scopriamo oggi quali sono le sue origini.
Nasce a Firenze nel 1860 per mano di Giovanni Panerai, che apre in quell’anno il primo negozio di orologeria sul Ponte alle Grazie. Alla scomparsa di Giovanni nel 1897 il nipote Guido prosegue il lavoro del nonno trasferendo il negozio nella storica sede di Piazza San Giovanni all’interno del palazzo Arcivescovile: davanti al Battistero.
E’ qui che la “Guido Panerai & Figlio” diventa ben presto punto di riferimento fiorentino per le Maison svizzere divenendo concessionaria, tra le altre, di Rolex, Vacheron Constantin e Longines. Fù questo stretto legame, sviluppato in particolare con Rolex, che consentì a Guido di iniziare la produzione dei propri modelli.
Parallelamente Guido studiò approfonditamente i fenomeni di autoluminosità, realizzando una miscela di solfuro di zinco e bromuro di radio per rendere autoluminosi quadranti di strumenti, congegni di mira e cannocchiali. Questo composto venne battezzato ‘Radiomir’ e costituì l’elemento fondamentale di quasi tutte le sue invenzioni e buona parte di quelle del figlio Giuseppe. Negli anni antecedenti alla Grande Guerra Guido realizzò una moltitudine di congegni tra cui: bussole subacquee, torce, profondimetri e addirittura un calcolatore per il lancio di siluri da parte dei MAS (Motobarca Armata Silurante) utilizzabile in totale oscurità.
Il rapporto con il Ministero della Difesa e la Regia Marina Italiana andava ben oltre la semplice fornitura di materiali: il laboratorio di orologeria era diventato un centro di sperimentazione militare. Tutti gli strumenti prodotti avevano in comune tre caratteristiche che diventeranno i segni distintivi di ogni prodotto Panerai: robustezza, impermeabilità e leggibilità in qualunque condizione.
Per rispondere all’esigenza della Regia Marina di fornire ai propri incursori ed assaltatori del Gruppo Gamma un orologio con le caratteristiche necessarie all’impiego in condizioni estreme – il buio totale delle profondità marine in piena notte – Giuseppe Panerai, figlio di Guido succeduto assieme alla sorella Maria alla guida dell’azienda, iniziò nel 1936 ad elaborare alcuni prototipi. Due anni dopo entrarono in produzione una serie di esemplari così realizzati: cassa a cuscino di generose dimensioni (47 millimetri), fondello e corona di carica serrati a vite, movimento Rolex 618 a carica manuale – la cui fornitura era figlia della collaborazione iniziata dal nonno – ed un particolare quadrante definito sandwich costituito da una piastra superiore traforata in corrispondenza delle ore (indicate con numeri romani, arabi e indici a bastone) ed una piastra inferiore con le cifre in rilievo. Tra queste due piastre trova posto uno strato di Radiomir. Le anse erano di tipo a filo e saldate alla cassa, mentre all’interno del fondello trovavano posto le punzonature Rolex assieme alle referenze ed ai seriali.
Il quadrante originale venne ben presto rivisto in una versione più semplice con la sola indicazione delle ore 3, 6, 9 e 12 in numeri arabi per favorirne la leggibilità.
All’inizio degli anni ’40 venne introdotta una nuova modifica che ancora oggi caratterizza in modo inconfondibile gli orologi della maison fiorentina: al fine di evitare infiltrazioni di acqua nella cassa attraverso la corona a vite, nel caso di immersioni profonde o prolungate, venne aggiunto sul fianco della cassa un ponte a mezzaluna con al centro una leva di serraggio. Questo serviva a proteggere la corona da urti ed impediva aperture accidentali assicurando la tenuta stagna fino a una profondità di 200 metri. Le anse vennero irrobustite ed integrate alla cassa, che prese sostanzialmente la forma definitiva arrivata fino ai giorni nostri.
Negli anni ’50 venne affiancato al movimento Rolex un calibro Angelus 240, sempre a carica manuale, con un’autonomia di 8 giorni onde evitare la carica giornaliera del movimento e la conseguente usura della guarnizione di tenuta della corona. Gli orologi dotati di questo movimento si distinguono per la presenza sul quadrante dei piccoli secondi a ore 9.
Grazie al progresso degli studi sulla radioattività era emerso che il Radiomir era responsabile dell’emissione di consistenti quantità di raggi gamma. Per scongiurare il pericolo di radiazioni venne sostituito con una miscela a base di trizio, in grado di garantire un elevato grado di luminescenza in piena sicurezza, dando vita alla serie di orologi chiamata Luminor.
Furono 70 i brevetti che Giuseppe Panerai depositò prima di spegnersi nella sua Firenze il 7 Febbraio 1972.
Senza figli, ma con un’importante eredità tecnica, era necesario trovare un erede perchè la storia di Panerai non finesse in quel momento.
Come andò e come Panerai è arrivata ai giorni nostri lo scopriremo nella terza parte di questo cammino.