“Una cacio e pepe, un giubbotto antiproiettile e addio Tony “cinque pance”…la mala a tavola”
Nessuno se ne sarebbe accorto, passando per caso nella zona Eur Fermi. Ma non sono più anni di sbirri in carne ed ossa, questi che viviamo.
Ai racconti di pallottole e vendette voglio ora sostituire i racconti di quei pasti, a volte frugali a volte meno, che hanno segnato la storia della cucina quando il cucchiaio di legno é in mano ai gangster…o alle loro madri.
Scena prima, atto primo…un romanzo criminale.
Il primo piatto è per celebrare un piatto di pasta simbolo di Roma: il cacio e pepe.
La scena é tratta dalla serie “romanzo criminale”. Qui troviamo i piatti sulla bara del libanese, gentile omaggio del Bufalo, che attendono i ragazzi della batteria della Magliana. Un addio sobrio ed elegante, preparato nel cuore della notte da un oste romano. Nessun fiore e nessuna lacrima, un crema di formaggio e pepe che avvolge le mezze maniche.
Atto secondo: la mafia italoamericana a tavola.
Il primo tributo è ovviamente dedicato al Padrino di Francis Ford coppola, le parole sono di Mario Puzo…ed il cucchiaio di legno sostituisce la pistola nelle mani di Clemenza : “«Può succedere che devi cucinare per una ventina di ragazzi un giorno.
Cominci con un po’ di olio e ci friggi uno spicchio d’aglio. Ci butti dei pomodori, un poco di conserva, friggi e fai attenzione che non s’attacca. Quando tutto bolle ci cali dentro salsicce e polpette. Poi ci metti uno schizzo di vino e un poco di zucchero. È il mio segreto».
….se avete il coraggio di andare contro Clemenza…
Il secondo piatto è servito invece da Scorsese e dai suoi Bravi Ragazzi:«In carcere la cena era sempre un grande evento……..
C’era sempre un primo di pasta e un secondo di carne o pesce» racconta Henry. Anche Paulie, come Clemenza, ha un suo segreto culinario. «Paulie si occupava dell’aglio.
Lo affettava con una lametta, così sottile che si scioglieva nella padella con un filo d’olio. Vinnie era incaricato del sugo. Secondo me ci metteva un po’ troppa cipolla, ma era un ottimo sugo. Johnny Dio faceva la carne, non avevamo la griglia e quindi cuoceva tutto in padella.
Affumicava tutta la prigione e i secondini soffocavano, ma faceva una bistecca fantastica.»
Alla prossima!
Scritto da Matteo Tassi