Il primo articolo di questo blog dedicato allo sport non poteva non essere dedicato che al calcio.
Molti sono gli spunti per una discussione inerente lo sport nazionale:
Il campionato passato con la Juventus dei record, la sorpresa Roma ed il flop delle milanesi;
Il calciomercato e tutti i fantomatici scambi che ci propinano i giornali nelle loro pagine da riempire;
La stagione europea ed il suo epilogo con il derby di Madrid come finale Champions;
I mondiali appena finiti con la vittoria della Germania e la delusione dell’Italia;
La lotta per i diritti tv
Ma credo che per iniziare a parlare di calcio, si debba partire da ciò che realmente è la chiave portante: la passione delle persone.
Passione che porta milioni di persone a gioire, piangere, fare chilometri, abbracciarsi, conoscersi, tutto per 90’ di pura adrenalina.
È la passione e non gli interessi televisivi che fanno vedere una partita.
Anzi le tv se ne approfittano lucrando appunto sulla cosa più importante tra le cose futili, aumentando i prezzi, dividendosi le “esclusive” ed obbligando chi vuole assistere allo spettacolo ad avere le varie piattaforme. D’altronde reprimere la Passione lo fa anche chi gestisce gli stadi, mettendo i settori “popolari” a prezzi impopolari, non curandosi invece di rinnovare strutture fatiscenti o migliorarne il confort e la visibilità.
Sono stati definiti utenti, li hanno chiamati clienti, ma nessuno mai ha voluto vedere quel binomio, quel dualismo, quell’antitesi che fa contrapporre gli interessi alla passione, i soldi al cuore. E sono proprio quel cuore e quella passione che fanno svegliare alle 3 di notte per partire in una gelida mattina di inverno insieme ad altri “fratelli” incurante di freddo e pioggia, neve e gelo, che fanno fare centinaia di km per arrivare in uno stadio scoperto per vedere una partita, una squadra, 11 maglie, per portare in alto il vessillo della propria squadra, della propria città.
…e pensare che è proprio chi porta questa passione nel cuore che ne paga le conseguenze:
Caro biglietti, pay tv, tornelli e restrizioni varie, tessere per vedere partite in casa, per vederle in trasferta, per non vederle, strutture fatiscenti, nessuna di queste cose fermerà la Passione… Noi non supereremo mai questa fase!
Questo primo articolo non è un vero e proprio articolo, ma una dedica:
A chi si fa 19 trasferte all’anno
Alle curve degli anni 70 e 80
A chi pressati dentro una macchina con altri quattro “animali” e con altri 500 km da fare si sente come un re sul trono
A tutte le tifoserie calde passionali, che non lasciano mai sola la squadra
A chi ritiene “febbre a 90” l’essenza del calcio
A chi quando suona la sveglia di notte e deve alzarsi per andare in trasferta, rimane un istante tra il tepore delle coperte e pensa: “dai che oggi vinciamo!”
A chi gioca ancora a Subbuteo
A chi di notte si rivede le cassette storiche
A chi da piccolo sognava di giocare con quella maglia e il numero 10 sulle spalle
A chi a 30 anni ancora ci spera
A chi ci ha lasciati con la Roma, la mia passione, nel cuore
Alla prossima…
Stefano Annicelli