Allarme obesità di Umberto Fabiani

Quell’allarme globale dell’obesità.
E’ allarme. Planetario: in tutto il mondo, gli uomini, le donne e i bambini sono sempre più grassi.
Questo è il risultato sconfortante e definitivo che, la rivista medica Lancet, ha pubblicato nel suo ultimo numero.
Lo studio è stato sviluppato analizzando i dati provenienti da 188 paesi sparsi in tutto il pianeta. Dati che si riferiscono all’ultimo trentennio dove, il dato costante è uno solo: l’aumento, senza continuità di sorta, del numero delle persone obese e sovrappeso. Nel 1980 erano 857 milioni le persone afflitte da questo grave problema, nel 2013 sono diventati 2,1 miliardi.
Il dato agghiacciante dello studio ci dice che, oggi, in tutto il globo terrestre, a essere troppo grasso è un abitante sub tre. Attenzione: questi dati non parlano (e non sono riferibili) solo ai cosiddetti paesi sviluppati. Il problema dell’obesità si sta allargando (a dismisura) anche in quelli emergenti.
Perché si sta verificando tutto questo?
La risposta a questo quesito è semplice e al tempo stesso inquietante: in nessun paese le campagne di prevenzione hanno funzionato. I ricercatori che hanno condotto lo studio aggiungono: “L’obesità è diventata una delle sfide principali per la salute mondiale”.
La ricerca fa parte del Global Burden of Disease Study, si tratta di un progetto sulla salute pubblica lanciato nel 1990 dall’Organizzazione mondiale della sanità e dalla Banca mondiale. Il progetto aveva (e ha tuttora) lo scopo di valutare il peso delle malattie sulla qualità delle nostre vite.
Sul tema specifico del sovrappeso e dell’obesità, il Global Burden of Disease Study, nel 2010 li indicava come causa di 3,4 milioni di morti in un anno. Le cause dei decessi sono attribuibili, a cause di malattie cardiovascolari, respiratorie, metaboliche, ma anche vittime di disturbi osteoarticolari, ginecologici, digestivi e di molti tipi di tumore.
Lo studio pubblicato da Lancet nel suo ultimo numero, si avvale di dati che sono stati raccolti e studiati, da circa 150 scienziati da tutto il mondo: la Fondazione Bill&Melinda Gates, ha contribuito non poco alla raccolta di questi dati che, come osservavamo all’inizio costituiscono un vero e proprio allarme. Un allarme generale perché descrivono una situazione che non fa che peggiorare.
-I numeri dell’allarme planetario
Gli adulti in sovrappeso e obesi, nell’arco di poco più di 30 anni sono passati dal 29% della popolazione maschile al 37%.
E le donne? Non stanno affatto meglio: se 30 anni fa il 30% di esse erano obese o sovrappeso ora sono al 38%.
Uno dei dati più allarmanti riguarda i bambini che vivono nei paesi più poveri: stanno rapidamente diventando sempre più grassi. Oltre a questi dati, la ricerca ha evidenziato alcuni dati record: a Tonga, il 50% degli adulti è obeso. Allargando il discorso alle sole donne, questo primato se lo sono guadagnato il Kuwait, Kiribati, Stati Federati di Micronesia, Libia, Qatar e Samoa. Tuttavia il numero più alto di obesi risiede ancora negli Stati Uniti (qui un adulto su tre è troppo grasso) ma, il triste primato è già insidiato e tallonato da paesi emergenti come India e Cina (questi due paesi insieme ospitano il 15% di tutti obesi del mondo).
Il dato che più allarma gli scienziati è quello che registra l’aumento peggiore nei paesi in via di sviluppo. A fronte di questo allarmante dato gli scienziati sottolineano una nota interessante: “Nei paesi sviluppati gli uomini sono sovrappeso più delle donne, mentre in quelli in via di sviluppo sovrappeso e obesità sono più frequenti nelle donne che negli uomini”.
Il dato è confermato dal primato di paesi come: Egitto, Arabia Saudita e Honduras. Qui le donne sono sempre più obese.
Durante le lunghe fasi dello studio, gli scienziati sono anche  riusciti a trovare una nota positiva: “Il tasso di aumento di sovrappeso e obesità è stato maggiore tra il1992 e il 2002, ma sta rallentando nell’ultimo decennio specialmente nei paesi sviluppati”.
-2025: L’Oms guida l’emergenza contro l’obesità
Il dato sottolineato dagli scienziati rifletterebbe l’interesse sottoscritto dagli stati con l’Oms. Si tratta di un impegno che, nel 2025, dovrebbe porre un freno all’emergenza in tutto il pianeta.
Tuttavia ancora non basta. E’ ancora troppo poco, almeno questo è il parere dei ricercatori che sottolineano: “A differenza degli altri rischi maggiori per la salute globale, come il tabacco e la malnutrizione infantile – spiega Emmanuela Gakidou dell’Università di Washington e firma della ricerca – l’obesità globale non sta affatto decrescendo”.
I prossimi anni dunque rivestiranno un’importanza capitale nella difficile lotta contro, la piaga globale dell’obesità.
Scritto da
Umberto Fabiani
(Fonte.:who.int;gatesfoundation;lancet;nyt;larepubblica)
Link
-who.int
-www.gatesfoundation.org

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