Giamaica…

Reggae, musica e voce degli oppressi. 

Anima critica della Giamaica.

Il Reggae nasce in Giamaica nella seconda metà degli anni ’60, discendente dello Ska per poi svilupparsi in modo proprio come “leggera” variante del Rocksteady e, a sua volta andava fondendosi con la musica popolare giamaicana : Mento, Calypso ma gli “influssi”decisivi del Reggae quelli, che riuscirono a renderlo del tutto irresistibile furono il R&B e il Soul. Fu l’arrivo di Bob Marley e del suo magistrale gruppo, i Wailers, a cambiare totalmente il suo decorso sia sotto l’aspetto musicale e ritmico, diffondendolo come vero e proprio culto.

La storia  e le origini del Reggae erano definitivamente cambiate. Per sempre.

-Rivoluzione Rocksteady

Nei tardi anni ’60 i giovani protagonisti della musica giamaicana sentivano il bisogno e la necessità di apportare una radicale trasformazione alla musica dell’isola caraibica.

La rivoluzione fu totale e partì proprio dallo Ska. 

Il Rocksteady era – in tutti e per tutto – una costola di questo genere musicale e, se volessimo semplificare il lavoro di Marley&Co., potremmo dire che, il Rocksteady risultava essere uno “Ska rallentato per metà” : con la cassa della batteria sulla terza battuta come era caratterizzante nello stile “One Drop” (ossia, lo stile di batteria usato nel Reggae dove, il rullante e la cassa battono solo nel terzo movimento su un ritmo di 4/4), questo comportò un arretramento del trombone, del sassofono e di tutti i “fiati” che vennero lasciati in secondo piano per lasciare spazio al piano, e allo stesso tempo attribuiva al basso, un ruolo predominante. Bisogna sottolineare che, in quel primo periodo, nel Rocksteady veniva usata la “kalimba”, uno strumento a percussione tipicamente caraibico costruito da parti di metallo. Fu la variante che deputava un ruolo principale alla ritnica, quindi al basso e alla batteria.

Molti addetti ai lavori al pari di altrettanti giornalisti fanno risalire il genere musicale a un brano intitolato “The Rock Steady” di Alton Ellis, cantante reggae all’epoca popolarissimo in Giamaica. Tuttavia, il genere musicale nacque più precisamenteintorno al 1966 quando giunse un’estate particolarmente calda anche per le abitudini dei giamaicani, i quali cominciarono a lamentarsi del troppo sudare ballondo questa musica veloce e scatanata (quale era lo Ska).

Quindi fu una necessità quella che poi portò alla totale rivoluzione dei musicisti giamaicani del nuovo corso. Leggende metropolitane forse, ma, con un fondo di verità.

All’epoca in tutta l’isola caraibica esistevano poche possibilità per i cantanti che si erano prefessati, a tutti i costi, di emergere per poi diventare dei professionisti veri, rispettati da tutti (sia dagli addetti ai lavori sia dal pubblico). Bisognava avere la faccia tosta e una buona dose di coraggio per proporre le proprie canzoni ai Dj, i veri e indiscussi “padroni” dei “Sound System”.

I Sound System erano dei veri e propri raduni musicali capaci di andare avanti per ore e ore, per tutta la notte. Senza fermarsi mai. Erano i Dj che potevano tributare il successo o l’insuccesso di un cantante. Esisteno miriadi di leggende intorno a queste figure – assolutamente centrali per la diffusione della musica in Giamaica dal momento che, i maggiori fruitori di musica erano anche quella parte della società giamaicana meno abbiente e certamente più povera – che, prima che il Reggae diventasse popolare in tutto il mondo, avevano facoltà, non solo di indirizzare la carriera artistica dei cantanti ma, in sostanza di decidere il loro futuro.

Tuttavia se i Dj erano fondamentali per gli artisti, a loro volta, il pubblico risultava essere decisivo per decretare il successo o il fallimento di un Sound System : per questa ragione, la lamentela del pubblico in quella torrida estate del 1966 venne accolta dai Dj inziando a proporre “musica più rallentata”. Consapevoli o no che fossero, con questa decisione diedero il via alla rivoluzione che poi sfociò nel Reggae.
A differenza dello Ska, i testi del rocksteady furono completamente stravolti. Divennero socialmente e politicamente più maturi segnado così, un’altra traccia indelebile che, di lì a poco venne raccolta e ampliata dal Reggae.

Dal punto di vista musicale, le sonorità erano interamente basate sulle armonie vocali grazie a gruppi come The Heptones, The Gaylads, The Dominoes, Desmond Dekker and The Aces, e The Wailers. Altri nomi di spicco del Rocksteady erano quelli di artisti del calibro di Alton Ellis e Ken Boothe.

Il più grande successo del Rocksteady fu firmato da Desmond Dekker con il brano “007 Shanty Town”.

Fu una breve stagione.

Nonostante questo però risultò fondamentale per fare da trampolino di lancio al Reggae. 

Molti addetti ai lavori giurano che questa stagione si concluse già alla fine del 1967, ma una cosa è certa : essa non morì del tutto; anzi ebbe la capacità di evolversi nel genere conosciuto con il nome di Reggae, una musica che seppe conquistare tutti e quattro gli anogoli del globo terrestre.
-L’era Early Reggae

I produttori principali della musica giamaicana, fino a quel momento, sia durante lo Ska sia nell’epoca del Rocksteady erano sostanzialmente tre : Coxsone Dodd, Duke Reid e Prince Buster.  Dominavano il “music business” dell’isola caraibica da sempre e, prima di allora nessuno aveva avuto l’ardire di mettere in discussione quel regno ma, una rivoluzione per essere tale deve cambiare dalla base, dalle fondamenta e, complice l’arrivo alle porte degli anni Settanta, molti, dall’interno del circuito della musica giamaicana notò che, non servivano particolari capacità per intraprendere l’attività di produttore, ma una buona disponibilità economica. Tuttavia, il passo decisivo fu l’interesse per l’innovazione della musica : e questo potevano apportarlo, svilupparlo, inventarlo, in modo rivoluzionario, solo i musicisti.
Il Reggae rispetto alla musica Rock, ha invertito principalmente il ruolo del basso e della chitarra : nella musica giamaicana è il basso che predomina rispetto alla chitarra, che è sempre presente ma in modo meno incisivo. Se si presta attenzione a una delle prime sessioni di registrazione, ci si accorge dell’uso dell’organo e la chitarra ritmica per creare un nuovo sound. Il nuovo genere presentava un ritmo più sincopato e molto più convulso e ossessivo, tipico in un certo qual senso di molta musica africana.

Era nato un “new sound” che venne chiamato “Early Reggae” – chiamato in questo modo in seguito per distinguerlo da altre forme successive – aveva molteplici sfumature che lo caratterizzavano tali, da richiamare l’interesse di molti giamaicani : naturalmente possedeva le sonorità tipiche dello Ska e del Rocksteady ma, erano presenti forti influenze Soul e, in più, l’introduzione degli organi e delle chitarre. Il tutto veniva amalgamato da veriegati e originali “giri armonici”. A volte potevano essere sia note cupe e malinconiche che, tipica derivazione del cosiddetto “Rude Boy Sound”, sia tonalità calde e piene, quasi volessero “rimbombare” nei solchi degli ellepì e negli impianti stereo dei ragazzi bianchi che ascoltavono quelle note pur vivendo a migliaia di chilometri di distanza dalla Giamaica che, nel frattempo diventava popolarissima nel cosiddetto “primo mondo”, civilizzato, europeo e americano.
-Origini del nome
Le origini del termine Reggae lo si deve ai Toots and The Maytals quando, nel 1968 incisero il brano “Do the Reggae”. Prima di allora il termine “reggay” era usato per descrivere una danza in voga in Giamaica. Tuttavia, il termine reggae può essere usato genericamente per definire i diversi tipi di musica giamaicana, tra cui ska, rocksteady e alcuni sottogeneri come il Dub, Dancehall e Ragga.

Intorno all’origine del nome ci sono in realtà diverse versioni.

Molti ritengono che derivi da “Ragga”, il nome di una lingua parlata dall’antica civiltà Bantu, che viveva davanti al Lago Tanganica, in Africa.  Altri ancora credono che significhi una storpiatura di “streggae”, che nello slang di Kingston è sinonimo di prostituta. Secondo Bob Marley, la parola è di origine spagnola e significa “la musica dei Re”.

Altro parere del tutto particolare è quello ascritto a Alton Ellis, secondo il cantante, il termine nacque dal fatto che la chitarra suonava in modo simile alla parola ‘re-ggae, re-ggae’ (imitando la lenta chitarra ritmica del Reggae).  Il chitarrista del grande gruppo Ska giamaicano, The Skatalites, Hux Brown un giorno disse, a proposito delle origini del nome : “era solo per scherzare, una presa in giro sul fatto che significasse un ritmo grezzo o rozzo (“ragged” rythm) e un’intesa del corpo”.
-I gruppi
Prima dell’esplosione del reggae a livello planetario, la storia della musica popolare giamaicana è popolata  dall’esistenza di gruppi – essenzialmente vocali – ma fondamentali, in un secondo tempo, per la rivoluzione musicale dell’isola caraibica.  E’ la storia di gruppi come i The Maytals, composti da Toots Hibbele, Jerry McCarthy e Raleich Gordon. Furono tra gli alfieri del Rocksteady e oltre al già citato storico brano “Do the Reggay” incisero un altro formidabile brano “54-46”. Il loro più grande successo, capace, di sancire anche la fine dell’era rocksteady.  Il suono dei Maytals era caratterizzato dal connubio Gospel/Roots mentre, un’altro storico gruppo giamaicano, i The Pioneers puntarono tutto sul Roots.

Un discorso a parte lo merita il sound dei The Melodians.

Questo gruppo, a differenza di moltri altri; non miscelò tutta la caratteristica della propria musica in un unico disco e, per questa ragione, per lunghe stagioni reperire il loro materiale fu impresa quasi proibitiva. Si dovette attendere il 1980, quando finalmente, la Island Records (la stessa di Bob Marley&The Wailers) diede alle stampe la loro raccolta “Sweet Sensation”.  Nel disco vi erano contenute 8 storiche tracce della loro epoca Roots-Reggae.
Fondamentali furono i The Pioneers:


composti da Sidney Crooks, George Dekker e Jackie Robinson, capaci di portare nuove influenze : facendo incontrare la nuova musica rivoluzionaria con le radici (“roots”) profonde della Giamaica con le tematiche e le problematiche di quanti vivevano nelle campagne e nel ghetto. Quando nel 1968, diedero alle stampe per l’etichetta Beverley’s “Long shot kick The Bucket”; il brano divenne una “hit” travolgente.

In Giamaica e fuori dall’isola caraibica.

Riuscirono ad arrivare persino nelle classifiche Pop del Regno Unito. Un risultato strabiliante. L’anno successivo, il 1969, bissarono il grande successo con “Samfie Man”.

Ma qualcosa stava ulteriormente cambiando con l’avvento di uno dei gruppi vocali, unici nel loro genere : The Uniques.

Questo gruppo, durante il periodo Reggae mantenne sempre una formazione base (in Giamaica molto spesso, c’era l’abitudine, una vera e propria mania che finiva, in qualche modo, per essere più un problema che una risorsa perché, le varie formazioni perdevano, inevitabilmente, l’idendità musicale … finendo per somigliarsi tutti tra loro).
The Uniques erano (nella loro formazione-tipo) : Jimmy Riley, Lloyd Charmers, Roy Shirly e, il più importante di tutti, Slim Smith, che rappresentava sostanzialmente, il “Sound” dei The Uniques. Il loro album di debutto “Absolutely” è considerato dagli appassionati del “4/4 in levare giamaicano”, un vero e proprio classico sia del Rocksteady sia del Reggae.

The Ethiopians sono un altro storico gruppo della musica giamaicana e tra gli alfieri del periodo Rocksteady. In questo periodo, il gruppo vocale reggae seppe incidere grandi hit come “Train to Skaville” e “The Whip”. Nel 1969 collaborando con il produttore Carl Johnston, ma che tutti in Giamaica, erano soliti chiamare Sir JJ, incisero un brano “Everything Crash” che descriveva i problemi del nuovo piccolo paese diventato, nel frattempo indipendente dalla Gran Bretagna : quel paese era la Giamaica.

Al di là di questi grandi gruppi, indubbiamente, a loro modo decisivi per lo sviluppo della musica giamaicana, l’artista più importante per la musica reggae fu Jimmy Cliff.

Fu il primo cantante, musicista e arrangiatore giamaicano, capace di ottenere un successo internazionale. Avvenne nel periodo della sua grande creatività, concentrata in un memorabile trienno reggae che va dal 1967 al 1970.  In quegli anni, Jimmy Cliff scrive e incide brani storici come “Vietnam”, “Hand Road To Travel”, “Suffer in the Land”. Ma ci sono anche altri brani che meritano di essere menzionati : “Let Your Yeah Be Yeah” e “You Can Get If You Really Want”, originariamente composte da Cliff che divennero grandi hit rispettivamente per i Pioneers e Desmond Dekker.
Altri magistrali brani furono “Struggling Man” e “Sooner or Later” esempi ben riusciti del roots-reggae, ancora prima che nascesse il termine e, che garantiscono un posto di assoluto rilievo, se non di eccellenza assoluta nell’olimpo reggae per Jimmy Cliff.
-L’era Roots Reggae e il Rastafarianesimo
Il Reggae è associato molto spesso al movimento Rastafari, fortemente influenzato dai musicisti reggae negli anni Settanta e Ottanta.  Originariamente, gli argomenti trattati nei brani reggae erano lontani dalla religione rastafari, infatti, quei testi parlavano d’amore, temi sessuali o sociali.

Erano quelli tipici dello Ska e del Rocksteady.

In origine i rastafari, non erano interessati  a prendere parte alla vita sociale giamaicana, preferendo di gran lunga isolarsi e vivere sulle colline, immersi e a contatto, ogni giorno, con la natura selvaggia dell’isola caraibica che, ricordava loro, la terra lontana, l’Africa e, la mai dimenticata Etiopia. Conducevano un’esistenza semplice e del tutto naturale, con precise regole religiose e comportamentali.

Erano passati solo 10 anni dall’indipendenza dalla Gran Bretagna, il popolo giamaicano cominciò a rendersi conto dell’amara sorpresa : era sì indipendente ma viveva una situazione peggiore rispetto a prima. L’isola era in preda a un forte stato di disoccupazione, crimine e violenza. Le nuove generazioni giamaicane, cresciute con l’indipendenza erano vittime di questa situazione, e reagirono con l’arma più potente in loro possesso : la musica.

Erano gli albori degli  anni ’70 : i temi trattati (anche nelle canzoni) cominciarono a cambiare radicalmente. La voce del popolo e la sua protesta divennero centrali, indispensabili anche per i musicisti reggae ma, sopratutto, quella protesta, quel grido di dolore voleva essere un messaggio indirizzato a un indirizzo preciso. Conosciuto. Quello del governo. Fu come un grande incendio, era come se, improvvisamente, la forza d’urto di un vulcano iniziasse ad emettere la sua lava incandescente. Tutti volevano partecipare a quella straordinaria rivoluzione. Erano tutti vicini, di fianco a volti conosciuti o sconosciuti e c’erano storici attivisti e nuovi protagonisti che avevano deciso di abbracciare la rivoluzionaria protesta. Quella rivolta di popolo però aveva anche un’altra caratteristica che le rendeva unica : molti degli attivisti più attivi decisero di abbracciare la religione rastafari. Non lo fecero solo come manifestazioni di protesta di ciò che intendevano ottenere dal governo, ossia “pace, amore e lotta alla corruzione”, ma aderendo al Rastafarianesimo e, questo voleva dire rappresentare un alternativo stile di vita nell’interno della logorante, disumana povertà che dilagava in Giamaica.

Erano gli insegnamenti di Marcus Garvey (auto-aiuto, rimpatrio) per dare luce alla speranza.

Quando molti musicisti aderirono al movimento, l’influenza Rasta divenne predominante anche nel sound. Sembrò sparire di colpo l’ottimismo tipico del reggae : il basso elettrico divenne molto più centrale, profondo e pronunciato, il ritmo venne rallentato e i testi sembravano promettere fuoco e fiamme (di Babilonia).  In coincidenza con l’adesione al movimento e al Rastafarianesimo da parte degli artisti reggae, iniziarono a diventare centrali, gli elementi tipici afro-giamaicani e l’identità e l’orgoglio divennero i temi portanti. Irrinunciabili.

Era iniziata la seconda fase dello sviluippo del Reggae. 

A partire da quel momento il reggae-sound fu caratterizzato da tempi rallentati, da un suono più rilassato e ipnotico.

Questa radicale trasformazione ebbe un ambasciatore nel mondo : Bob Marley. Con il gruppo The Wailers fece da tramite per portare il mondo alla conoscienza di questa religione.

Era nato così il Roots Reggae dopo aver messo da parte il lato grezzo e selvaggio dei primi ritmi del reggae. Nacque uno stile irresistibile per la sua semplicità, capace di abbinare originalità ed essenzialità. Il segreto era stato quello di tornare alle radici africane.

I protagonisti di questa rivoluzione che rimandava direttamente all’Africa sia nel discorso politico-sociale sia quello più strettamente musicale, si trovavano tutti all’interno degli Wailers:

un gruppo unico nel suo genere, in cui, fianco a fianco potevano trovare posto una infinita fucina di leader senza che nessuno, in qualche modo potesse soffrire della bravura dell’altro. Questa incredibile alchimia durò oltre un decennio prima che le strade si divisero. Il segreto in questo caso era quello di far parte di un ristretto numero di persone, musicisti, protagonisti che, giorno dopo giorno, non solo stavano facendo la storia ma, stavano reinventando un modo nuovo di suonare dando voce all’intero popolo giamaicano. All’interno degli Wailers (quelli originali) c’erano Bob Marley, il “Re del Reggae” – come lo hanno ribattezzato i fan dell’isola caraibica e non solo loro – Junior Brathwaite, Peter Tosh e Bunny Livingston. Questa dunque era la formazione ufficiale anche se, in Giamaica venne conosciuta con il nome di The Wailing Rude Boy”.  Quando le loro strade si divisero, Bob Marley cambiò nome al gruppo scegliendo, per il suo progetto “Bob Marley and The Wailers”. Conquistando il mondo.

Di pari passo, nei suoi testi introdusse i temi Nyabinghi (nome che deriva da un movimento dell’est dell’Africa, attivo tra il 1850 e il 1950 guidato da coloro che si opponevano all’imperialismo europeo). Il Nyabinghi erano canti e danze per invocare il “potere di Jah” contro l’oppressore. Fu proprio la Resistenza Nyabinghi a ispirare i giamaicani anti-colonialisti che si opponevano all’occupazione britannica della Giamaica.

Il Reggae e il Rastafarianesimo diventano la voce degli oppressi e dei poveri. Attraverso le canzoni di Bob Marley, Peter Tosh , Burning Spear, Gregor Isaacs, Buju Banton e di altri che, persino nella lontana Inghilterra, hanno appreso, metabolizzato e infine sposato il connubio tra il Reggae e il Rastafarianesimo – artisti nati in Gran Bretagna ma da genitori giamaicani che costituivano la grande comunità giamaicana di Londra – , artisti come Linton Kwesi Johnson (il “poeta del Dub”) oppure, musicisti e cantanti che dall’Africa erano arrivati in Europa, più precisamente a Parigi in Francia, come nel caso di Alpha Blondy; il canzoni parlava di oppressione, povertà, schiavitù, apartheid e diritti umani.

Così il Reggae è divenuto una musica a sostegno della lotta all’oppressione giorno dopo giorno. Ieri come oggi.
-Best Reggae Songs-

A corollario di questa breve Storia del Reggae vogliamo suggerire cinque canzoni-simbolo, quelle che secondo noi, anche alla base di questa ricostruzione storica della musica giamaicana che abbiamo voluto mettere nero su bianco; meglio rappresentano il cosiddetto “Political-Reggae”. E’ solo un suggerimento, una traccia che poi il lettore se vorrà potrà meglio approfondire come crede.

Track-List        

1. Get Up Stand Up* – Bob Marley And The Wailers

2. Marcus Garvey – Burning Spear

3. Wat About Di Workin’ Class? – Linton Kwesi Johnson

4. Night Nurse – Gregory Isaacs

5. Police and Thieves – Junior Murvin

* Questa versione della canzone “Get Up Stand Up” – scritta a quattro mani da Bob Marley e Peter Tosh è una delle versioni migliori e, che meglio rappresentano la “prima versione”degli Wailers. Fu anche la formazione con la quale Bob Marley&Co. sbarcarono per la prima volta negli Usa. La registrazione del brano venne effettuata nella tournée 1973 a San Francisco, nel mitico Planet.
Bob Fabiani

Link&Fonti

-www.allmusic.com -Rocksteady;

-www.rootsreggaeclub.com – Overview of the Reggae History;

-www.worldmusicabout.com – One Drop;

-www.jamaica-insider.com – Jamaica Music : From Ska to Dance Hall;

-www.potentbrew.com – The Origins of Ska, Reggae and Dub Music;

-www.allmusic.com – Reggae;

-www.reggaemovement- Reggae Music 1967-1970;

-www.scaruffi.com – A Brief summary of Jamaican Music : Reggae;

-www.tootsandthemaytals.com;

-www.vibesonline.net – Alton Ellis : Mr Soul of Jamaica – intervista a Alton Ellis;

-www.important.ca/rastafari-reggae : Rastafari Music;

-www.niceup.com/history/bbc : The Story of Reggae-Roots Reggae;

-www.jamaicans.com : Reggae Music And Rastafari;

-www.nationmaster.com – Nyabinghi;

-www.allmusic.com – Political Reggae;

Bibliografia

I volumi che elencheremo qui di seguito comprendono anche versioni inglesi di alcuni fondamentali studi, utili per comprendere a pieno la storia e lo sviluppo della musica giamaicana.
Vlado Moskowitz  – Caribbean Popular Music : An encyclopedia of Reggae, Mento, Ska, Rocksteady and Dancehall –  Greenwood, 2005, p 257

David Overthrow – The Versatile Bassist : A complete course in a Variety of Music Styles – Alfred Publishing Company, 2008, p 45

Riccardo Pedrini – Skinhead – Ndapress, 1987, p 73

Sw. Anand Prahlad – Reggae wisdom : Proverbs in Jamaican Music – University Press Mississippi, p 59-60

Lorenzo Mazzoni – Rasta Marley – Le radici del Reggae – Stampa Alternativa/Nuovi Equilibri, 2009

Chris Salewicz, Adrian Boot – Reggae explosion – La storia della musica giamaicana – Arcana, 2004

Scritto da 

Bob Fabiani

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Foto fonte: Wikipedia.

 

 

 

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